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Il futuro sta nelle raccolte differenziate e non nell’incenerimento. La prima soluzione, infatti, crea nuova occupazione e rispetta l’ambiente, la seconda, invece, crea solo inquinamento e grossi affari per chi gestisce quella tecnologia.
Una pratica primitiva.
Prof Paul Connet, docente di Chimica Ambientale
SaintLawrence University in U.S.A.


22 maggio 2010


Dopo l'audizione di Vincenzo Sigillito davanti alla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti, Elisabetta Zamparutti e Maurizio Bolognetti chiedono le dimissioni di Sigillito da Direttore dell'ARPAB. I due esponenti radicali giudicano il comportamento di Sigillito omertoso e pieno di contraddizioni. La notizia viene ripresa anche dalla Gazzetta del Mezzogiorno e dal Quotidiano di Basilicata



18 maggio 2010


Davanti alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti, il Direttore ARPAB, Vincenzo Sigillito, dichiara che per quanto è sua conoscenza "la situazione generale in Basilicata è abbastanza buona, perché non si rilevano fenomeni eclatanti, se non rotture, interruzioni di funzionamento dell'attività delle discariche, per cui la situazione appare sotto controllo".
Alle specifiche domande di Alessandro Bratti sulla gestione dell'impianto inceneritore Fenice, Sigillitto dichiara che "Dai pozzi spia si evince che l'attività del mercurio, non avendo attinenza con la geologia o l'idrogeologia del sito, riguarda il ciclo di lavorazione dello stabilimento. Abbiamo quindi individuato il punto di fuoriuscita e stiamo tentando di venirne a capo", confermando che questo inquinamento da mercurio avviene in falda, ovvero nell'acqua pozzi.
Nel corso dell'audizione è la terza volta in pochi minuti che ripete l'espressione "venirne a capo"



27 febbraio 2010


La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) ha chiesto di conoscere dagli uffici competenti regionali del Dipartimento Ambiente dove la Società Fenice SpA e poi Società EDF Fenice abbiano smaltito le oltre 26.000 tonnellate annue di ceneri e fanghi prodotti dal termodistruttore dell’area di San Nicola di Melfi, in oltre 10 anni di funzionamento per complessive 260.000 tonnellate di sostanze altamente pericolose, derivanti dalla combustione di ingenti quantità di rifiuti industriali e civili bruciate presso il termodistruttore



18 gennaio 2010


L'assessore regionale Vincenzo Santochirico comunica dal proprio sito web di aver presieduto un incontro cui hanno preso parte anche gli assessori all’Ambiente delle Province di Potenza e Matera, Massimo Macchia e Giovanni Bonelli, i sindaci dei Comuni di Melfi e Roccanova, Ernesto Navazio e Giulio Emanuele, il direttore generale dell’Arpab, Vincenzo Sigillito, e il direttore generale del Dipartimento Infrastrutture della Regione, Giuseppe Esposito.
L'incontro ha avuto come tema, tra gli altri, quello di "migliorare la fruibilità e l’accessibilità dei dati che riguardano il monitoraggio dell’ambiente e permettere ai cittadini di conoscere e condividere i risultati delle analisi e delle indagini svolte, anche in considerazione dei processi di sviluppo in atto e della sempre più elevata attenzione alle questioni che riguardano l’ambiente"



30 dicembre 2009


Il Quotidiano della Basilicata rivela i particolari di un'inchiesta condotta dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, nei confronti dei membri di due Giunte Regionali di Basilicata.
L'accusa è "condotta omissiva grave" che ha provocato «sofferenze erariali» per 12 milioni e 300 mila euro, per aver fatto eseguire alla società Metapontum Agrobios (probabilmente destinata al collasso senza questa commessa), senza verificare che gli stessi servizi poteva fornirli ARPA Basilicata



4 novembre 2009


Ascoltato dalla Commissione Permanente regionale sulle Attività Produttive,Territorio e Ambiente ,Vincenzo Sigillito dichiara che ARPAB non possiede alcun dato inerente il termodistruttore Fenice relativamente al periodo 2002-2006.
Franco Mollica, che presiede la Commissione, dichiara che chiederà a Fenice di fermare il forno.
Il confronto con il Direttore dell'ARPAB non ha come oggetto la questione del diritto a conoscere per deliberare dei cittadini



17 ottobre 2009


Secondo il sito TeleFree in una missiva datata 14 ottobre, Fenice (società per azioni italiana filiale del gruppo Electricité de France-EDF, leader in ambito Europeo nell'offerta di servizi in campo energetico ed ambientale, che gestisce l'impianto di termovalorizzazione a Melfi in Basilicata) comunica agli enti interessati di aver avviato la costruzione "di un nuovo sistema di emungimento a monte dell'attuale barriera idraulica in funzione ai confini del sito." La protezione dovrebbe entrare in funzione nel giro di un mese"


Novembre 2009


Vengono diffusi tramite il sito ufficiale di ARPA Basilicata, i dati relativi al periodo 2008/2009 che ormai non è più possibile tenere segreti



Metà ottobre 2009


L'ARPA Basilicata rende noti i dati delle matrici ambientali acqua e terra, relativamente al periodo 2008-2009 inviandoli ai giornali(1) ma non mettendoli a disposizione dei cittadini sul suo sito.
Il Direttore Generale ARPAB dichiara che è disponibile a diffondere i dati delle matrici ambientali acqua e terra del periodo 2008-2009 a chiunque ne faccia richiesta, “a patto, naturalmente, che si tratti di persone titolate e mosse da validi motivi”.
Pochi giorni dopo sempre il Direttore ARPAB, Dr. Sigillito, dichiarerà che “ARPAB non era tenuta a informare le istituzioni entro tempi determinati rispetto all'inquinamento provocato da Fenice. Se l'avessimo detto prima, a cosa sarebbe servito? A creare allarmismi?”.
Dichiarerà inoltre che “I radicali (che hanno fatto più richieste - N.d.A.) non sono un'istituzione per cui non sonotenuto a fornire loro i dati
(1) Secondo questo studio del 6 agosto 2009, la Basilicata è una delle regioni in assoluto con minima diffusione dei quotidiani. Divulgare i dati del monitoraggio ambientale esclusivamente ai media tradizionali, non appare affatto il massimo sforzo per informare i cittadini



26 settembre 2009


Sulla base delle dichiarazioni del Dr. Bruno Bove del 25/09/09, viene presentato alla Procura di Potenza, un esposto-denuncia ove si ipotizza a carico dei dirigenti ARPAB la violazione dell'art. 331 c.p.p.



25 settembre 2009


Il Sostituto Procuratore Renato Arminio decide di rispondere alla richiesta di Bolognetti del 21 settembre pubblicamente, direttamente al TG 3 regionale di Basilicata, affermando che l'indagine relativa all'inquinamento della falda acquifera è in corso dal marzo del 2009, ma “che sarebbe stato irresponsabile chiudere l'inceneritore”.
Nello stesso servizio, il coordinatore provinciale di ARPAB, Bruno Bove, afferma che: “Non potevamo divulgare quei monitoraggi. Già dal marzo del 2008 eravamo a conoscenza dei livelli preoccupanti del mercurio nella falda, ma non spettava al nostro Ente lanciare l'allarme”.
Di fronte a queste dichiarazioni si continua a registrare il silenzio di Regione Basilicata, Vito De Filippo, Assessore all'Ambiente Vincenzo Santochirico



21 settembre 2009


Maurizio Bolognetti scrive una lettera aperta alla Procura della Repubblica di Melfi con richiesta spiegazioni sul mancato sequestro dell'impianto di termovalorizzazione Fenice, per lo meno la parte riguardante il Forno rotante.
Contestualmente viene formulata richiesta di conoscere lo stato delle indagini



14 settembre 2009


La Provincia di Potenza, che ha tra le sue deleghe anche il controllo e la tutela delle acque interne, comunica dal suo sito web che in data odierna ha "avviato un confronto che porterà alla definizione di una specifica convenzione Provincia-Arpab allo scopo di mettere a punto una serie di azioni ed interventi da realizzare congiuntamente e ciascuno in base alle proprie responsabilità e ai propri compiti istituzionali per rafforzare la vigilanza, il controllo e le attività di prevenzione di reati ambientali"



27 agosto 2009


Maurizio Bolognetti è invitato presso il Dipartimento Ambientale della Regione Basilicata; dopo oltre due ore di colloquio apprende che non sono disponibili le matrici ambientali acqua e suolo dei rilievi effettuati da ARPA Basilicata



27 luglio 2009


In una lettera aperta al Presidente della Regione Basilicata, Vito Defilippo e all'Assessore Ambiente Vincenzo Santochirico, Marco Cappato e Maurizio Bolognetti ricordando quanto contenuto nel Decreto di Giunta Regionale n° 1008 del 15 marzo 1996: “bisogna garantire alla popolazione uno strumento che permetta tra l'altro una semplice interpretazione ecologica delle informazioni”



30 giugno 2009


Il responsabile del settore comunicazione di Fenice SpA, Luca Camuncoli, dichiara cheè in corso il procedimento penale 527/2009, iscritto nel Registro Generale presso la Procura della Repubblica di Melfi, condotta dal PM Renato Arminio e dalla Polizia Provinciale di Rionero".
In un'informativa della Polizia Provinciale si legge: “Questa Polizia Giudiziaria, ritiene che nelle more della realizzazione degli interventi si renda opportuna l'adozione di un provvedimento cautelare a carico dell'impianto. Almeno relativamente al forno rotante”.
E' una richiesta di sequestro poiché secondo gli investigatori “emerge che l’inquinamento delle acque di falda sotterranee al termovalorizzatore Fenice probabilmente è generato dal ciclo produttivo dell’impianto



23 giugno 2009


Il Senatore Poretti in Seduta propone una interrogazione con carattere d’urgenza ai sensi dell’articolo 151 del Regolamento del Senato circa i ritardi delle opere di sicurezza e bonifica relative all'incidente Fenice di Melfi


Fine giugno 2009


Alla richiesta di fornire i dati del monitoraggio ambientale che ARPAB si è impegnata ad effettuare e che è obbligata a fornire, il Direttore dell'Agenzia, Vincenzo Sigillito, risponde che non può fornire tali dati “perché è pendente presso il Tribunale di Melfi un procedimento inerente alle attività dell'inceneritore FENICE SpA”.
Maurizio Bolognetti, citando una sentenza del TAR dell'Abruzzo invia nuova richiesta di chiarimenti.
Contestualmente a questa nuova richiesta, ARPAB risponde che “sono proprio i dati di monitoraggio ad essere oggetto di indagine”.



17 giugno 2009


ARPAB comunica alla popolazione che l'inquinamento di mercurio sarebbe stato determinato da “una piccola perdita a livello di una vasca di raccolta”.
Inizia da questo momento un estenuante tira e molla tra ARPAB e organizzazioni politiche, civili e ambientaliste che chiedono di poter accedere alle informazioni e ai dati riguardanti l'incidente al termoditsruttore di Melfi, esercitando il proprio diritto ad essere informati stabilito dalla Convenzione di Aarhus ratificata con Legge dello Stato Italiano



4 giugno 2009


Il Quotidiano di Basilicata, in un articolo a cura di Vittorio Laviano comunica la data di una conferenza di Servizio convocata dal Sindaco di Melfi insieme a tutte le parti interessate dall'emergenza. “La conferenza era “già stata rimandata sul finire dello scorso mese di maggio quando proprio il sindaco di Melfi, Ernesto Navazio, aveva chiesto di poter raccogliere tutti i dati necessari a stabilire quali misure da adottare in futuro”.
La data della Conferenza è confermata anche dal sito ARPAB nel comunicato che riferisce l'approvazione del "piano di caratterizzazione"



22 maggio 2009


A due mesi dalla prima ordinanza del Sindaco Navazio, ne viene emessa una nuova ove si legge: “Allo stato attuale FENICE SpA non ha posto in essere gli interventi di messa in sicurezza idonei a garantire la sicurezza dei luoghi ed un efficiente contenimento dello stato di inquinamento delle acque sotterranee"



18 aprile 2009


In una lettera aperta ad Ernesto Navazio, nella duplice veste di Sindaco di Melfi e Commissario Straordinario del Consorzio ASI, l'Organizzazione Lucana Ambientalista chiede allo stesso "di rendere noti i dati relativi all'inquinamento riscontrato nelle falde idriche dell'area di San Nicola di Melfi, dato che non sono stati resi noti dall'Arpab i parametri relativi a tutte le sostanze per le quali sono stati riscontrati superamenti dei valori di inquinamento"



8 aprile 2009


I mezzi della Polizia Provinciale entrano nell’area del termovalorizzatore la Fenice per «effettuare gli accertamenti relativi alle operazioni d’emergenza di messa in sicurezza poste in essere dalla ditta».
Vengono accolti dal responsabile dell'impianto, Vincenzo Grassia, che dichiara che dopo la comunicazione dell’Arpab sulla contaminazione delle acque sotterranee all’impianto «si era prontamente attivato per la messa in sicurezza del sito inquinato».
Contestualmente l'Ing. Grassia consegna agli inquirenti «copia dei documenti di trasporto del materiale acquistato per la realizzazione dell’impianto di trasferimento dell’acqua di falda captata dai piezometri presenti nell’area del termodistruttore»



27 marzo 2009 - 6/15 aprile 2009


Dai rilievi effettuati dalla stessa Fenice SpA emerge un inquinamento in atto della falda acquifera già il 6 febbraio del 2008 “in concentrazioni molto superioriai limiti fissati nell'All. 5 alla parte quarta tabella 2 del D. Lgs n° 152/06"



14 marzo 2009


Il Sindaco di Melfi “vieta l'utilizzo delle acque sotterranee emungibili dai pozzi presenti all'interno del perimetro del sito dell'impianto di termovalorizzazione FENICE, nonché di quelli a valle dello stesso”



12 marzo 2009


FENICE comunica a ARPAB, Regione Basilicata, Presidente della Provincia di Potenza e al Sindaco di Melfi “una contaminazione all'interno del perimetro del sito dell'impianto di termovalorizzazione”



3 marzo 2009


ARPA Basilicata comunica al Sindaco di Melfi “il superamento della concentrazione di soglia delle acque sotterranee”.
ARPAB documenta la presenza nella falda acquifera del fiume Ofanto di agenti inquinanti cancerogeni



23 maggio 2008


Con una nomina regionale, il Sindaco di Melfi, Alfonso Ernesto Navazio viene nominato Commissario Straordinario del Consorzio ASI/1 di Potenza.
Dichiarerà: "Per la Giunta c'era un problema, che con la mia nomina è stato risolto"



6 febbraio 2008


Secondo la Polizia Provinciale, Comando di Rionero in Vulture, da rilievi effettuati dalla FENICE che gestisce il termovalorizzatore di S. Nicola di Melfi – emerge un inquinamento della falda acquifera in concentrazioni molto superiori ai limiti fissati dal D. Lgs n° 152/2006



19 settembre 2007


Nella sua esposizione durante i lavori del Convegno, il Comandante della Polizia Provinciale di Rionero in Vulture, Pasquale Ricciardella, spiega che “chiunque si renda responsabile di una discarica abusiva, è tenuto a procedere alla rimozione, all'avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull'area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa. Spetta al Sindaco disporre con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale si procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
Non potendo contare sulla contestazione della flagranza, pertanto, rimane da interessare della bonifica il proprietario dell'area sulla quale questo abbandono è stato individuato”



19 settembre 2007


Nella sua esposizione durante i lavori del Convegno, il Comandante della Polizia Provinciale di Rionero in Vulture, Pasquale Ricciardella, spiega che “chiunque si renda responsabile di una discarica abusiva, è tenuto a procedere alla rimozione, all'avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull'area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa. Spetta al Sindaco disporre con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale si procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
Non potendo contare sulla contestazione della flagranza, pertanto, rimane da interessare della bonifica il proprietario dell'area sulla quale questo abbandono è stato individuato”



3 aprile 2006


Con il Decreto Legislativo n. 152/2006, il Governo emana il Decreto Legislativo “Norme in materia Ambientale”.
L'art. 242 prevede che “al verificarsi di un evento potenzialmente in grado di contaminare il sito, il responsabile dell'inquinamento mette in opera – entro 24 ore – le misure necessarie di prevenzione e ne da immediata comunicazione ai sensi del successivo art. 304.
L'art. 304 prevede di informare le Autorità (agenzie ARPA, Regione, Comune, Provincia e Prefetto, entro 24 ore dall'evento inquinante. Il Prefetto, a sua volta, entro 24 ore dalla ricevuta comunicazione, deve avvertire il Ministero dell'Ambiente



19 agosto 2005


Con il Decreto Legislativo n. 195/2005, il Governo Italiano attua la direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione in materia di monitoraggio ambientale



31 maggio 2005


Nella seduta Parlamentare n. 635, l'On. Mario Lettieri propone un'interpellanza al Ministro dell'Ambiente e al Ministro per la Salute, per sapere se "i Ministri interpellati intendano avviare nei vari comuni dell'area una indagine epidemiologica sulle malattie legate ai processi industriali e allo smaltimento dei rifiuti, coinvolgendo la Regione Basilicata e, se del caso, le strutture ospedaliere esistenti in quell'area (CROB di Rionero, Ospedali di Melfi, Venosa, Pescopagano);
realizzare un ampio monitoraggio ambientale i cui dati dovrebbero essere messi a disposizione dei cittadini;
effettuare una verifica sul reale rispetto delle prescrizioni di cui al decreto VIA n. 1790 del 17 dicembre 1993, con particolare riferimento al conferimento dei rifiuti «tal quale», alla inertizzazione"



7 aprile 2005


Una sentenza della Corte Costituzionale, n. 161 2005, dichiara l'illeggittimità costituzionale dell'art. 1 della legge della Regione Basilicata 31 agosto 1995, n.59, nella parte in cui fa divieto a chiunque conduca nel territorio della Regione Basilicata impianti di smaltimento e/o stoccaggio di rifiuti, anche in via provvisoria, di accogliere negli impianti medesimi rifiuti diversi da quelli urbani non pericolosi, provenienti da altre regioni o nazioni



30 dicembre 2004


La Giunta Regionale con Delibera n. 3164, con 5 presenti e due soli assenti, viste tutte le premesse, approva all'unanimità il “Progetto di Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei a rischio inquinamento da fonti agricole”, dando al Responsabile del Dipartimento Ambiente e Territorio, Dott. Vincenzo Sigillito, il mandato per stipulare la convenzione con la società Metapontum Agrobios.
La convenzione affida alla Metapontum Agrobios i 345 punti di osservazione sparsi nella regione, per la durata di 14 mesi ed una retribuzione di € 426'000 (più IVA) da pagare in 4 rate



28 gennaio 2002


Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo n. 2003/4/CE, concernente l'accesso del pubblico all'informazione ambientale



ANNO 2002


Con delibera DGR n. 304/2002, la Regione Basilicata trasferisce all'agenzia ARPAB le competenze relative al monitoraggio del Melfese



Fine 2001


Nella consueta analisi di fine anno della rassegna stampa del 2001, la Regione Basilicata puntualizza che "Nell’anno 2001 l’attenzione dei media e della stampa si è concentrata in particolare sulle problematiche ambientali connesse alla gestione dei rifiuti, al loro trattamento e al rischio connesso ad alcune attività industriali".
Di questo eccezzionale documento, purtroppo, oggi on line esiste soltanto la copia cache di Google



Ottobre 2001


Data la particolare criticità dell’attuazione del piano di monitoraggio ambientale, ARPAB stipula apposita convenzione con l'Istituto Superiore di Sanità (ISS)



16 marzo 2001


L'Italia Ratifica la Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale.
Le norme per la trasparenza di informazione del cittadino in materia ambientale, sono legge dello Stato



15 dicembre 1999


Il Consigliere Regionale Antonio Flovilla chiede un'interrogazione all'Assessore Regionale per la Sicurezza Sociale, Filippo Bubbico, per verificare eventuali rischi per la salute dei cittadini in merito al termodistruttore Fenice



30 novembre 1999


Il GiP di Potenza archivia un'inchiesta per presunto abuso d'ufficio finalizzato a procurare vantaggi alla società Fenice SpA nei confronti di amministratori della Regione.
L'inchesta riguardava appunto l'iter amministrativo seguito per il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione del termodistruttore Fenice



8 novembre 1999


Con determinazione dirigenziale firmata dal Dott. Francesco Pesce, si autorizza Fenice SpA a dare avvio alle prove a caldo di verifica funzionale e prestazionale delle diverse sezioni dell'impianto per la durata complessiva di 130 giorni.
Entra così in funzione il più grande inceneritore d'Europa, di proprietà EDF e gruppo FIAT



3 novembre 1999


Con delibera n. 2584/99 la Regione Basilicata approva con D.G.R. la rete di monitoraggio ambientale prevista dal DEC/VIA 1790/93.
Tra le matrici ambientali previste al monitoraggio: qualità dell'aria, emissioni ai camini, acque sotterranee e superficiali, suolo, latte e vegetali



16 settembre 1999


Con delibera n. 1147, il Comune di Lavello ricorre al TAR contro Regione Basilicata, Ministero dell'Ambiente, Fenice e Provincia di Potenza, contro le modalità di approvazione dei lavori del Termodistruttore Fenice di San Nicola di Melfi



31 marzo 1999


Si conclude la Conferenza regionale di servizio con voto favorevole all'insediamento Fenice.
Votano contro solo i Sindaci di Melfi (Pagliuca) e di Lavello (Lomio)



18 marzo 1999


Con Protocollo Prot. 2761, il Sindaco di Lavello, Avv. Luigi Lomio, scrive alla Regione Basilicata e al Dott. F. Pesce in merito alla realizzazione del termodistruttore Fenice.
Nella nota si parla di “numerose irregolarità riscontrare ed evidenziate” anche in precedenti occasioni (ad es. prot. 9052 del 13 agosto 1998).
La nota contiene due relazioni a firma del Prof. Virginio Bettini, Dott. Francesco Francisci e Prof.Paolo Rabitti e viene ricevuta e protocollata dalla Regione in data 25 marzo 1999 (timbro)



15 gennaio 1999


Con Protocollo Prot. St. 409/1052/99, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali “esprime contrarietà circa l'inserimento ambientale del termovalorizzatore Fenice in S. Nicola di Melfi, in quanto, per la parte di propria competenza, non sono state osservate le prescrizioni dettate dal Decreto di Impatto Ambientale (VIA) n. 1790 del 1993, concordando in ciò con le valutazioni espresse dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Potenza



8 ottobre 1998


Dopo un'audizione tenuta a Melfi, il Presidente della Commissione Senato su Igiene e Sanità, Carelli, dichiara: “Ho notato una grande carenza da parte degli Enti preposti in tema di monitoraggio ambientale, circa l’acquisizione dei dati, il controllo ambientale e quello sullo stato di salute dei cittadini"



17 settembre 1998


Il Sindaco di Lavello chiede alla Magistratura di accertare se i lavori del termodistruttore Fenice “siano muniti di tutte le autorizzazioni di legge”



25 agosto 1998


Viene scritta la Convenzione di Aarhus, SULL'ACCESSO ALLE INFORMAZIONI, LA PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO AI PROCESSI DECISIONALI E L'ACCESSO ALLA GIUSTIZIA IN MATERIA AMBIENTALE.
Scarica il PDF



6 maggio 1998


L'Assessore Provinciale Farina, ad una richiesta del Sindaco di Lavello Lomio di verificare se i lavori di costruzione del termodistruttore Fenice corrispondano agli elaborati approvati, risponde “che gli elaborati progettuali sono diversi per non pochi aspetti da quelli trasmessi all'amministrazione Provinciale in data 19 dicembre 1992".
Il Sindaco Lomio scrive immediatamente al Ministro per l'Ambiente, Edo Ronchi, per denunciare omissioni, mancanza di controlli e gravi fatti. Non riceverà mai alcuna risposta



5 novembre 1997


Rinfrancata da questa sentenza, Fenice SpA annuncia di aver mosso un altro ricorso al TAR, contro la delibera di Giunta regionale n. 6016 invitando contestualmente la Regione a non intralciare ulteriormente i lavori di realizzazione dell'impianto



16 settembre 1997


Il TAR di Basilicata accoglie il ricorso presentato da Fenice SpA quasi due anni prima.
La sentenza è favorevole al ricorso. Tra gli effetti provocati da questa sentenza, uno dei più gravi è che annulla tutti gli atti regionali che vietano a Fenice di smaltire i rifiuti provenienti da fuori regione.
La Regione Basilicata farà appello al Consiglio di Stato contro questa sentenza



11 settembre 1997


Iniziano i lavori della Conferenza Regionale istituita a luglio. Alle prime due sessioni il Sindaco di Lavello, partecipa solo come auditore, perchè non preventivamente invitato



11 luglio 1997


Con Delibera di Giunta Regionale n. 4932 viene istituita la Conferenza di servizio Regionale per la valutazione dei progetti di impianti per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti, in totale difformità alla “Legge Bassanini” e ad altre normative statali e regionali vigenti.
Tale conferenza è costituita da un solo rappresentante per il Comune di Melfi, il Sindaco On. Pagliuca. Il Sindaco di Lavello non è inizialmente invitato a partecipare.
Per la decisione finale la volontà degli Enti Locali ammessi ai lavori è del tutto ininfluente rispetto a quella dei rappresentanti Regionali che costituiscono la maggioranza



19 maggio 1997


Con la Legge Regionale n. 27/97 viene istituita l'Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale, ARPAB



28 giugno 1996


Il Senatore Giuseppe Brienza chiede alla Procura della Repubblica di Melfi di fare tutti gli accertamenti sugli impatti ambientali del Progetto Fenice e che vengano bloccati i lavori per la costruzione dell'impianto



2 maggio 1996


Iniziano i lavori di costruzione dell'impianto

termovalorizzatore di S. Nicola di Melfi



31 agosto 1995


Con la Legge Regionale n. 59/95, viene fatto divieto di smaltimento rifiuti sul territorio lucano proveniente da altre regioni.
L'11 novembre Fenice eleverà ricorso al TAR di Basilicata per questa e altre riserve.
Questo divieto verrà disciplinato in seguito anche con un provvedimento emesso dal Prefetto di Potenza, Dott. Profili



2 maggio 1995


La Giunta guidata dal Presidente Boccia, A MANDATO SCADUTO E A CONSIGLIO REGIONALE SCIOLTO (in data successiva alle elezioni regionali del 23 maggio 1995) approva il progetto Termodistruttore Fenice di S. Nicola di Melfi, tramite Delibera di Giunta Regionale n. 2202/95, come riporta un documento ufficiale del Comune di Lavello



17 dicembre 1993


La Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente - tramite Decreto DEC/VIA 1790/93 - esprime parere favorevole alla costruzione dell'impianto Fenice di Melfi, a condizione che la FIAT assicuri il rispetto di ben 22 prescrizioni



25 febbraio 1992


La società Fenice SpA, di proprietà del Gruppo FIAT presenta alla Regione Basilicata e al Ministero per l'ambiente uno studio di Impatto Ambientale per la realizzazione del termovalorizzatore di S. Nicola di Melfi.
La Commissione Tecnica Regionale per l'Ambiente (CTRA) e la IV Commissione Consiliare deliberano un parere favorevole con alcune riserve e restrizioni, tra cui il divieto di trattamento per i rifiuti tossico-nocivi.

Leggi il "Dossier Fenice" a cura del Comune di Lavello


8 agosto 1985


Il Parlamento approva la legge n. 431/1985 "Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale" che, in base all'art. 1 comma uno lettere a), b), c), d), e), f), g) e h), sottopone a vincoli paesaggistici i territori individuati da tali caratteristiche.
Data la sua naturale predisposizione paesaggistica, molte zone della Basilicata rientrano nei parametri definiti da questa legge ed entrano pertanto automaticamente tra le zone sottoposte a vincolo paesaggistico.
Il Vulture-Melfese è una di queste zone

2 Response to VELENI FENICE - Timeline di un termodistruttore

pimpiripettennusa
1 agosto 2010 alle ore 15:34

Commentate!

Anonimo
4 febbraio 2013 alle ore 08:34

Ottimo lavoro!